I costi del red carpet. Da Zendaya e Chalamet agli influencer sconosciuti | Il Foglio

2022-09-24 14:22:50 By : Mr. Wekin Cai

Taylor Russell e Timothée Chalamet sul red carpet di Venezia 2022 (LaPresse) 

Non si capisce bene a cosa serva la folla di aspiranti professionisti della promozione: è acclarato che non fanno vendere di più ai brand. Che però non hanno il coraggio di farne a meno. Così hanno invaso il tappeto rosso di Venezia

Gli anni dell’incompetenza devono essere finiti o almeno ben avviati sul viale del tramonto, perché – segnale debolissimo ma che vale la pena registrare – da qualche giorno a questa parte a chiunque sia stato alla Mostra del Cinema di Venezia vengono rivolte quasi esclusivamente due domande, e nessuna di queste riguarda i film, nemmeno il dibattuto “Blonde” che, a dispetto delle pretese di “femminismo” del regista Andrew Dominik, la platea femminile ha unanimemente definito volgare e sessista e la giuria ha ignorato. Le domande riguardano Timothée Chalamet con la schiena nuda (sottotitolo: ma è davvero sexy come si dice?) e soprattutto gli influencer di seconda o terza fila accreditati a frotte sul red carpet (sottotitolo: perché loro sì e io no, che dopotutto sono sconosciuto uguale). Sul “Muro libero”, il dazebao che Gianni Ippoliti e un Codacons inaspettatamente spiritoso offrono ogni anno agli accreditati e al pubblico lungo il vialetto che porta al Palazzo del Casino perché vi scrivano i propri pensieri sui film e il Festival (il giovedì pomeriggio prima della chiusura si tiene la cerimonia di consegna del relativo premio, “Ridateci i soldi”, quest’anno ha vinto un messaggio al direttore Alberto Barbera, preferivo quello sulla “fetta di culo di Chalamet” che tutti avrebbero assaggiato “pur non essendo cannibali”), è apparso addirittura un appello contro i poveretti rei di indossare bei vestiti gratis o anche dietro compenso: “Meno influencer, più artisti veri”. 

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