Tiziano Ferro: «Ero bulimico, alcolizzato, depresso. Adesso sono sobria da cinque anni e sono libera»- Corriere.it

2021-11-22 14:17:02 By : Mr. Alex Liu

Il cantante riceve un premio dal Festival della TV italiana di Los Angeles per il doc che racconta la sua vita: "La soluzione ai problemi esiste e giuro che migliorerà"

“La sobrietà è una cosa personale. Non va giudicato o promosso e non è questo che intendo fare. Ho semplicemente deciso di condividere la mia gratitudine, speranza e gioia con il mondo. Perché essere fragili e vulnerabili non è una cosa da curare. Non ho bisogno di alcol e droghe per intorpidire paure e dolori. A chi sente di aver bisogno di una mano: la soluzione c'è e giuro che migliorerà, potete essere liberi e felici». Tiziano Ferro festeggia così, con un messaggio su Instagram, i suoi cinque anni di sobrietà dall'alcol, il mostro dietro cui si è nascosto prima di imparare ad essere felice. Ora finalmente lo è.

Anche su Instagram pubblica un'altra foto sorridente. Detiene il premio assegnatogli da ITTV, il festival televisivo italiano a Los Angeles per il documentario Ferro (Amazon Prime Video) in cui racconta il suo percorso, dal bullismo al successo, dalla segretezza al coming out, dalla solitudine all'alcolismo, all'amore , matrimonio con Victor. “Sulla difficoltà di aprirsi come ho fatto io nel documentario, ce ne sarebbe un'altra - racconta dal red carpet -. Il regista Beppe Tufarulo mi ha detto: “Ti seguirò finché non ce la farai più e al da quel punto comincerà la storia”. Così è stato. Aprirsi è complesso ma importante, fare le cose per se stessi, a prescindere da quello che pensano gli altri, ti libera».

Fu un lungo viaggio, quello che portò Tiziano Ferro alla libertà. In precedenza, nonostante il successo, nonostante i sette album e il primo, "Relative Red", balzato in vetta alle classifiche, con 2,5 milioni di copie vendute, uscito in 42 paesi, Ferro non era né felice né libero. Da bambino era timido e sovrappeso, facile preda dei bulli. «Ogni volta che mi sento un po' confuso mi chiedo: Tiziano, cosa diresti a quel ragazzino di 11 anni? Gli direi di guardarsi allo specchio, fare una foto. Va bene. Schiaccia l'acceleratore e non importa. Succederà che a qualcuno non piaccia, tanto vale che non ti piaccia, accontentandoti. Passiamo la nostra vita cercando di essere unici e poi nascondiamo la nostra unicità». Gli ci volle un po' per capire da che parte andare. A vent'anni era finalmente magro, bello e di successo, ma non era felice. Nel documentario elenca i suoi difetti: «Alcolico, bulimico, gay, depresso, famoso. Anche questo, notoriamente, mi sembrava un difetto, forse il peggiore».

Quella in America non era una fuga consapevole verso l'anonimato. Si è ritrovato a Los Angeles quasi per caso e ci sta bene. Non vuole una carriera americana: "L'unico tour che voglio fare qui è quello per le corsie del supermercato". In Italia non poteva più andare al supermercato. Una casa normale, una vita normale, con il marito e due cani anziani. “Era un'ipotesi oltre l'impossibile. Non ho mai cercato l'America ma la vita è andata così, mi sono innamorato, ho una famiglia, ho degli amici, il lavoro va bene anche qui, registro i miei dischi, ma non vedo la mia carriera qui. Non sono credibile per il pubblico americano, ma va bene così». Essere famosi anche in America precluderebbe al super, camminando mano nella mano con Victor, il desiderio che esprime nel doc: «Vorrei avere dei figli».

Il percorso verso il 2010 non è stato facile. Sarebbe stato più facile se avesse già vissuto negli Stati Uniti allora? «Sì, forse, ma sono nato in Italia e ho gestito la mia vita con quella che era ed è la cultura italiana. È stato facile? Forse no, ma era giusto così. Poi sono convinto che comunque i tempi stiano cambiando, le cose stiano migliorando». Il nuovo Tiziano è ottimista nonostante la politica in Italia continui a sbattere porte in faccia, visto il fallimento del ddl Zan. “Quando mi chiedono come vedi l'Italia dall'estero, rispondo che siamo l'Italia, che usciamo di casa e mostriamo a tutti cosa è il nostro Paese. L'Italia è qualcosa che si evolve e continua, nonostante tutto».

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